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Recensione libro "Io mi svezzo da solo"

Oggi vi presentiamo un'altra interessante lettura che ci ha accompagnati come genitori in questo cammino. 

Abbiamo già parlato di svezzamento altre volte, proponendo anche un'intervista ad una nutrizionista; oggi ci occupiamo del libro "Io mi svezzo da solo" del pediatra Lucio Piermarini, che ha stuzzicato la nostra curiosità e allargato la nostra visione dello svezzamento.

In questo libro si introduce il concetto di autosvezzamento: un percorso fondato sull'ascoltare i segnali che il bambino ci manda, ma che presuppone anche buone abitudini alimentari da parte della famiglia.

Immagine-della-copertina-del-libro
Copertina del libro
"Io mi svezzo da solo" di
Lucio Piermarini.
(Fonte Amazon)
L'autore inizia il libro con una domanda chiave: se nutrirsi è una necessità primaria, come è possibile che lo svezzamento venga descritto da molti medici come un processo così difficile? Se siamo fatti talmente male da non essere in grado di provvedere alle nostre necessità vitali, come mai non ci siamo ancora estinti? Se infatti in numerosi passi della crescita viene consigliato ai genitori di ascoltare il bambino, di captare i segnali che ci manda, come è possibile che per lo svezzamento alcuni pediatri invitino al contrario, rifiutando di osservare il suo comportamento e anzi costringendolo con forza attraverso rigidissimi ed inflessibili schemi, che però cambiano continuamente nel tempo e nello spazio?

Piermarini ci invita dunque ad ascoltare il bambino, individuando i tre segnali (descritti anche dall'OMS) che ci indicano se sia pronto o meno per lo svezzamento e di cui abbiamo già parlato: capacità di tenere la testa sollevata, perdita del riflesso di estrusione, interesse per il cibo.

Questi segnali possono comparire, a seconda dei bambini, in età diverse, pertanto non ha senso decidere aprioristicamente che lo svezzamento debba cominciare per forza ad un determinato mese di vita: alcuni bambini saranno pronti prima, altri dopo.

Spesso corredando le proprie affermazioni con fonti scientifiche, Piermarini ci illustra come il bambino non abbia bisogno di alcun alimento speciale (spesso tali alimenti sono solo costose invenzioni di marketing) e che possa senza troppi problemi affrontare la totalità dei cibi consumati dagli adulti, purché naturalmente essi siano sani e che anzi, saranno proprio gli alimenti che egli vede mangiare ai suoi genitori quelli che più stuzzicheranno la sua curiosità. Il bambino proverà consistenze, sapori, odori, esplorando i cibi e cercando da solo di comprendere cosa gli adulti vi trovino di tanto interessante... e ne sarà piacevolmente sorpreso!

Ogni capitolo è corredato dai divertenti dialoghi di una coppia di neogenitori, alle prese con le bizzarre e assurde indicazioni ricevute dal proprio pediatra: sebbene un tantino forzati, questi dialoghi mettono in luce le contraddizioni di uno svezzamento condotto tramite liste, formule e senza ascoltare il bambino stesso.

Nel libro è presente inoltre una riflessione su come il desiderio di medicalizzare ogni aspetto della vita, diffusosi soprattutto nel XX secolo, abbia portato ad una serie di pratiche oggi riconosciute come inutili o addirittura dannose, ma che tutt'ora persistono nelle abitudini, quali ad esempio la separazione del neonato dalla madre, gli antibiotici preventivi in caso di febbre... e naturalmente lo svezzamento visto non più come fenomeno naturale e inevitabile al pari dell'imparare a camminare, bensì come un processo da imporre con la forza, irto di ostacoli e foriero di mali futuri.

Piermarini, infatti, ci illustra come lo svezzamento portato avanti mediante rigidi schemi che nulla hanno a che fare di scientifico (ad esempio, non solo ritardare l'assunzione di cibi considerati, il più delle volte a torto, come allergizzanti è perfettamente inutile nel prevenire le allergie, ma alle volte potrebbe addirittura generare una minor tolleranza verso tali alimenti) sia in fin dei conti una violenza nei confronti del bambino, che infatti cercherà in ogni modo di ribellarsi. Ascoltando invece i segnali che il bambino ci manda e seguendo la sua curiosità e voglia di imitare gli adulti, può condurci verso uno svezzamento gioiso, allegro, spontaneo e che non genera traumi. Uno svezzamento naturale.

Il testo è simpatico, scorrevole e ironico, ma allo stesso tempo esauriente e ben documentato: noi lo abbiamo letto prima di affrontare lo svezzamento di Daphne e, quando infine il momento è arrivato, siamo stati molto felici della lettura fatta in quanto essa ci ha donato serenità e rilassatezza, permettendoci di svezzare nostra figlia senza problemi. Ci sentiamo di consigliare tale libro a tutti, non solo ai genitori di oggi, ma anche a tutti coloro che conoscono o hanno a che fare con coppie con figli.

Vi ha incuriosito questo libro? Lo potete trovare al link qui sotto*, leggerlo, e raccontarci cosa ne pensate. Lo avete già letto? Beh, allora parliamone insieme!


Volete conoscere meglio l'autore? Qui trovate una breve biografia e alcuni articoli che ha scritto per la rivista UPPA.

* Link affiliato Amazon: per ogni acquisto, Amazon ci ricompensa con un piccolissimo credito, grazie per il sostegno 😉

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