Quante credenze più o meno popolari troviamo nello svezzamento? La cosa interessante è osservare come queste certezze cambino negli approcci delle diverse culture.
Un paio di esempi sono: la composizione degli omogeneizzati che si trovano sugli scaffali, 50 sfumature di carni e pesci diversi, ingredienti singoli per l'Italia, piatti "pronti" contenenti proteine, carboidrati e verdure per la Germania; l'uso del parmigiano nello svezzamento italiano, totalmente assente in quello tedesco e così via.
Sembrerà strano, ma una delle domande che molti genitori, specialmente i genitori expat, si fanno è: quale olio usare per lo svezzamento?
Un paio di esempi sono: la composizione degli omogeneizzati che si trovano sugli scaffali, 50 sfumature di carni e pesci diversi, ingredienti singoli per l'Italia, piatti "pronti" contenenti proteine, carboidrati e verdure per la Germania; l'uso del parmigiano nello svezzamento italiano, totalmente assente in quello tedesco e così via.
Sembrerà strano, ma una delle domande che molti genitori, specialmente i genitori expat, si fanno è: quale olio usare per lo svezzamento?
Una cosa che abbiamo notato è che la risposta a tale domanda è
diversa in Italia, dove tutti ritengono l’olio d’oliva quello più
adatto, ed in Germania, dove invece il prediletto è l’olio di
colza.
Le argomentazioni usate sono uguali e opposte: in Germania viene
detto che l’olio di colza è sano, ricco di sostanze utili, leggero
e ben digeribile, mentre l’olio di oliva è pesante, difficilmente
digeribile e con un sapore troppo aggressivo per lo svezzamento, sebbene si riconosca la sua estrema qualità per gli adulti; al contrario, in Italia
si dice che l’olio d’oliva risulta sano, ricco di sostanze utili,
leggero e ben digeribile, mentre l’olio di colza è pesante,
velenoso, non sano... un olio da motore, insomma!
Fiori di colza. Fonte Wikimedia Commons |
Questo dilemma potrebbe facilmente condurre ad una guerra culturale,
ma in realtà si tratta solo di un’incomprensione circa cosa si
intenda con “olio di colza” e “olio di oliva”.
Un italiano darà per scontato che stiamo confrontando l’olio
extravergine di oliva, possibilmente biologico, con l’olio di colza
per uso industriale contenente fra il 30 ed il 60 % del velenoso
acido erucico.
La colza è una pianta che nel corso dei secoli è stata oggetto di
numerosi incroci e mutazioni volte a modulare la composizione del
suo olio a seconda degli usi cui è destinato. Se circa un secolo fa
le principali varietà producevano tutte un olio nocivo per il
consumo umano, nella seconda metà del XX secolo successive selezioni
hanno portato ad avere un ventaglio di olii con caratteristiche
chimiche molto diverse fra loro, comprese quelle per uso alimentare
ricche in acido oleico e linoleico e del tutto prive di acido
erucico.
Quindi che fare? Se vi trovate in Italia l’olio di oliva è
sicuramente la scelta migliore, ma nel caso vi trovaste lontani dallo
Stivale, vi consigliamo di ascoltare gli usi locali, cercando di
capire da cosa derivino… potreste avere delle piacevoli sorprese!
In fondo all’articolo, a titolo di approfondimento, trovate una
tabella con riassunti i principali componenti di alcuni olii
alimentari.
Anche voi vi siete imbattuti in qualcosa che cozzava con qualcosa che
consideravate ovvio? Raccontateci la vostra esperienza!
Composizione di alcuni olii e grassi alimentari, valori in percentuale
Nella nomenclatura C : D sono indicati il numero
di atomi di carbonio e quello delle insaturazioni.
I valori per
l’olio di oliva
sono tratti da Rotondi, Magli, Morrone, Alfei, Pannelli, Italian National Database of Monovarietal Extra Virgin Olive Oils, 2013, DOI: 10.5772/51772,
mentre quelli
per tutti gli altri grassi da Deutsche Gesellschaft für Fettwissenschaft: Fettsäurezusammensetzung wichtiger pflanzlicher und tierischer Speisefette und -öle.
I
valori per l’acido erucico (22 : 1) non sono riportati, ma sono in
tutti i casi inferiori allo 0,5%.
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