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Quale svezzamento scegliere? Conosciamoli insieme

Quante volte abbiamo sentito da amici e parenti quanto lo svezzamento sia complicato e faticoso?

Anche noi, mentre si avvicinava il momento di incominciare, eravamo pieni di dubbi e curiosità: per questo abbiamo fatto un po' di ricerche e di letture varie, in modo da cercare di fare chiarezza.

Alimentazione variata.


La rivista divulgativa UPPA (un pediatra per amico), nei propri articoli circa lo svezzamento suggerisce di lasciare che il bambino si svezzi da solo, in base alla propria curiosità, definendo tale processo di alimentazione complementare a richiesta come “autosvezzamento. I pediatri di UPPA sostengono infatti che il bambino non abbia bisogno di un’alimentazione particolare per passare dal latte ai cibi solidi, ma solo di una lenta gradualità, guidato in ciò dalla propria naturale capacità di apprendere e di autoregolarsi
Il bambino segue sempre con attenzione il comportamento dei genitori e di quanti gli stanno intorno, apprendendo per imitazione; risulta dunque del tutto naturale che, quando il suo organismo è pronto, dimostri interesse per il cibo che vede nei piatti altrui. Per aiutarlo nella scelta dei cibi, viene consigliato di presentargli alimenti tagliati a pezzettini piccoli, ma senza una particolare macinatura o ridotti in poltiglia.

Secondo UPPA, un bambino di 6-7 mesi disporrebbe infatti di un apparato digerente maturo a sufficienza per digerire tutti i normali alimenti consumati in casa. Anche l’eventuale manifestarsi di allergie alimentari non deriverebbe dal somministrare questo o quel cibo: le allergie sarebbero perlopiù innate o ereditarie e rimandare l’assunzione di un cibo allergizzante non riduce in nessun modo il loro manifestarsi.

La capacità di autoregolarsi venne studiata dalla ricercatrice statunitense Clara Davis, la quale presentò ad un gruppo di bambini una vasta scelta di alimenti di base quali carni, verdure, farine, grassi, frutta lasciando che essi si autoregolassero, mentredegli osservatori prendevano nota di quanto mangiato. Il risultato fu che i bambini erano perfettamente in grado di autoregolarsi, consumando equilibrate proporzioni dei vari nutrienti.
Il trucco alla base dell’esperimento di Davis, e che dobbiamo sempre tenere presente anche noi, consisteva nella genuinità dei cibi proposti ai piccoli. La nostra dieta familiare, che il bambino imiterà, deve quindi essere composta di alimenti sani e genuini, varia e capace di offrire un grande numero di nutrienti.

Tutto tagliato a pezzetti


Di avviso totalmente contrario sono invece le pagine di altri siti, ad esempio Faro PediatricoStarbene.itGoodBabyFood.it che suggeriscono liste abbastanza rigide, raccomandandosi di introdurre gli alimenti in un determinato ordine, di evitarne assolutamente taluni poiché allergizzanti e di incominciare sempre da frutta, pappine e brodini vegetali, evitando pertanto che il bambino imiti l’alimentazione che osserva quotidianamente negli adulti, ma piuttosto tenendone una tutta propria.

Di liste ve ne sono parecchie e sovente in disaccordo fra loro, ma elementi comuni sono il presentare una scarsa varietà di cereali, evitando ad esempio orzo e farro, arricchire quasi tutte le pappine con formaggio grana nonché presentare le carni in un determinato ordine in base ad una presunta migliore o peggiore digeribilità, nell’ipotesi che l’apparato digerente del bambino non sia ancora pronto e che abbia bisogno di tempi superiori all'anno per formarsi.

Anche sui cibi allergizzanti o supposti tali esistono liste che prevedono l’introduzione di determinati alimenti non prima di un certo mese di età, nell’ipotesi che le allergie siano un fenomeno indotto da quanto mangiato durante lo svezzamento.

La classica pappina


Confrontando questi due approcci contrapposti, l’autosvezzamento e lo svezzamento per liste, abbiamo deciso di intraprendere il primo in quanto
1) ci sentivamo di dare fiducia a nostra figlia, che ha sempre dimostrato un grande interesse per le nostre azioni
2) ha funzionato egregiamente per millenni
3) non volevamo privare nostra figlia della possibilità di assaggiare ciò che lei spontaneamente chiedeva né forzarla a mangiare pappine speciali per le quali non provava alcuna attrazione

E voi come vi siete regolati? Anche voi avete deciso di permettere ai vostri figli di svezzarsi da soli, oppure avete deciso di seguire la strada delle liste e delle pappine? E in base a quali criteri?

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