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La gravidanza ti cambia...

È passato moltissimo tempo dal mio ultimo post, ma non è stato semplice raccogliere le idee per scrivere questo. L'ho iniziato nel cuore di un periodo di transizione e lo sto finendo di scrivere ora, in piena ricerca di un nuovo lavoro e con una mia piccola attività avviata.

La gravidanza porta con sé molte riflessioni e non tutte sempre positive e felici, come ci fanno credere le pubblicità.

A volte le riflessioni sono dure, difficili, e i pensieri nei confronti dei bimbi che asp
ettiamo non sono sempre confessabili e sereni.

Poi il bimbo nasce. Tutto cambia. A volte non solo la routine e la vita famigliare, ma anche le priorità e, magari, potremmo avere il coraggio di fare scelte che prima pensavamo impossibili. Ovviamente parlo della mia esperienza, ma magari questo mio post potrebbe essere di stimolo anche per qualche altra mamma o, perché no, anche per qualche papà.

Università di Brema
All'alba.
Da un paio di anni stavo frequentando il dottorato in matematica qui, a Brema: le cose procedevano fra alti e bassi, come per tutti i dottorati, non ci facevo nemmeno troppo caso, avevo visto amici stare molto peggio, avevo sempre la speranza che tutto potesse migliorare, prima o poi.

Poi resto incinta e inizio a pensare a quanto questo bambino (voluto, sia chiaro!) mi limiterà in futuro e questi due pensieri iniziano una girandola, a volte vince uno, a volte l'altro.


Mi trovo via via sempre più sola, messa da parte, triste. Allo stesso tempo inizio a scoprire tante nuove cose, le stesse cose che vi stiamo raccontando in questo blog, e... mi piacciono! Ne vedo i fondamenti scientifici, la bellezza del continuo ricercare e migliorare, mi interessano sempre di più.

Partorisco, ho un bellissimo ricordo del mio parto alla casa delle nascite, i primi giorni sono davvero affascinanti e mi trovo via via a pensare a quanto sarebbe bello accompagnare le mamme in questo percorso di scoperta di se stesse e della nuova vita che hanno al loro fianco.

Ma quale strada prendere? Ci sono così tante possibilità!

Mi formo, così, come "consulente del portare" presso una scuola tedesca e anche come consulente per i pannolini lavabili. Apro una piccola attività di consulenza e noleggio, lavoro che affianco al dottorato, imparo un po' di linguaggi di programmazione web e di social media marketing, così mi faccio il mio sito, preparo i volantini, faccio pubblicità su Facebook... Le cose partono lentamente, ma partono. E vedo che mi danno molta soddisfazione.

Intanto il mio primo periodo di Elternzeit termina e ritorno all'università: il clima non è cambiato, sempre freddo, e ricomincio a sentirmi sola. Ricomincio anche a seguire gli studenti al Tutorium (esercitazione) e a correggere i compiti e preparare gli esercizi.

Noto che sono ammalata tutte le settimane, con due giorni di febbre che passano il giovedì, quando ho il Tutorium. Questi episodi terminano quando ricomincia il mio Elternzeit e, mano a mano che si avvicina il momento di rientrare, mi sale l'ansia.

Allora prendo la consapevolezza che quegli episodi di febbre non sono stati l'unico malessere fisico che ho avuto durante quegli anni, ma seguono altri problemi, avuti nei semestri precedenti. Maturo quindi la decisione di sospendere il dottorato e licenziarmi, nonostante il mio contratto potesse essere rinnovato.


Bremen-Messe
Stand della mia attività di consulente,
 fiera "Stadtzwerg" a Brema.
Forse sono stata incosciente, ora ci sono altri problemi, dato che spesso le ditte a cui mando  il curriculum non rispondono oppure mi scartano perché sono ipovedente e questi continui rifiuti mi deprimono, però sono molto più serena con tutti. E soprattutto con me stessa.

Morale: questa bambina che doveva limitarmi, mi sta in realtà portando a conoscere molte persone nuove e mi sta aprendo nuove strade, ancora sconosciute, che mi spaventano e mi attirano allo stesso tempo.


Il viaggio sta diventando ogni giorno più interessante!

(Eleonora)

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