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Avviare l'allattamento: l'importanza della rete di sostegno

Si è da poco conclusa la settimana internazionale per l'allattamento materno e vorrei cogliere l'occasione per scrivere qui alcune mie riflessioni personali che covo da lungo tempo.

Allattamento-cuoreAllattare è bello, utile, salutare per mamma e bambino: questo lo sappiamo bene ed è possibile trovare ovunque testi che ci illustrano tutti questi benefici, così come sono sicura che tutte le future mamme (e anche i futuri papà) si informino bene a riguardo. Tanti, forse, pensano già di partenza di non voler allattare e che il latte artificiale sia la soluzione migliore: non voglio discutere di questa scelta, assolutamente legittima se fatta consapevolmente.

Quello di cui voglio parlare, invece, è l'importanza della rete di sostegno che deve essere creata intorno alle mamme che, invece, vogliono allattare, soprattutto nel primo mese di vita del bimbo o fintanto che l'allattamento non sia ben avviato. Non sempre, infatti, è facile avviare l'allattamento ed è proprio in tale momento che la rete di sostegno si rende necessaria.

Cosa significa rete di sostegno per la mamma? Innanzitutto ascolto, comprensione, vicinanza, farla stare in un mondo ovattato e senza grossi stress, in modo che possa concentrarsi completamente sul suo bambino.

Nel nostro caso è stata fondamentale l'ostetrica, che ha controllato e corretto l'attacco di Daphne al seno.

Fondamentale pure la presenza di Claudio, che ha potuto prendere un mese di paternità per poterci stare vicino; lui si è occupato delle faccende pratiche, mentre io sfamavo Daphne anche per ore, senza sosta.

A turbare questo equilibrio ci si sono messi, nell'ordine:

  • Ostetrica che pesa la bimba ogni giorno perché "non è ancora ritornata al peso alla nascita" (e la mamma si stressa). Di conseguenza, inizia a farsi sempre più insistente il suggerimento di dare latte artificiale alla pupa.
  • Papà che per un improvviso problema deve rientrare in Italia, lasciandomi sola;
  • Pediatra che, vedendomi in uno stato pietoso e notando un lievissimo arrossamento da pannolino usa e getta, mi dice molto empaticamente: "Lei non è in grado di occuparsi di sua figlia!":
  • Nonna in visita che, in buona fede, ma basandosi sulla sua esperienza non positiva, allontana la bimba perché "Ha già mangiato troppo, è attaccata da più di un'ora" per poi dire: "Non capisco perché piange sempre, è disturbata questa bambina!"
Non sono stati giorni piacevoli. Si aggiunga che io, da mamma ipovedente, non volevo usare il latte artificiale anche perché per me era estremamente faticoso capire il quantitativo di acqua da aggiungere alla polvere, non vedendo le tacche in trasparenza sul biberon.

Però io e Claudio siamo stati molto testardi: io volevo allattare, lui mi sosteneva, anche in quei giorni di forzata lontananza. Come mi sosteneva? Mi ha lasciato un'abbondante scorta di cibo pronto, ha contattato un suo amico che mi veniva a tenere la bimba la sera, per permettermi di avere 5 minuti per fare la doccia (la poveretta piangeva ininterrottamente quando non mangiava) e per cenare.

Dopo il consulto con la simpatica pediatra ho subito chiamato una mia amica che mi ha aiutata con Daphne mentre (finalmente) pranzavo.

La nostra tenacia è stata però premiata: dopo le prime dure settimane, Daphne ha imparato ad attaccarsi perfettamente, ha poco a poco saziato la propria notevole fame da neonata e l'allattamento si è gradualmente trasformato in momenti di grande intimità e coccole. L'allattamento è infatti un dono fantastico che, oltre ad essere pratico e agevole, risulta avere un estremo potere calmante in tutte le situazioni di potenziale stress, come ad esempio una cuccetta ferroviaria.

Morale: quel periodo è un lontano ricordo grazie, come già detto, alla rete di persone che abbiamo avuto intorno e che ci è stata di fondamentale aiuto per regolarizzare l'allattamento e per poterne godere appieno.

Auguro a tutte le mamme che vogliono allattare al seno con tutte le loro forze di poter contare su amici e compagni speciali che le sostengano spiritualmente e, soprattutto, con gesti concreti. Auguro anche alle mamme di avere la forza di chiedere aiuto, perché la gente è prontissima ad aiutare, ma solo quando è consapevole dei nostri bisogni.

In quel momento sono stati tutti fondamentali: il supporto professionale delle ostetriche, il partner, gli amici e sì, anche la nonna. Perché, una volta usciti dall'emergenza, abbiamo ritrovato serenità e lei ha fatto tante coccole a Daphne. E Daphne la adora!

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