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Come sopravvivere all'inserimento al nido?

Con questo post vorrei iniziare a parlare del difficile argomento del distacco,  perché questo momento, prima o poi, arriva per tutti e potrebbe essere più difficile da affrontare per noi genitori che per i nostri piccoli.

Nel nostro caso, il primo grosso distacco è avvenuto con il mio rientro a lavoro con il contemporaneo inserimento al nido, che qui in Germania si chiama Krippe e che spesso non accetta bimbi sotto l'anno di età.

Nonostante ciò, noi siamo riusciti lo stesso ad ottenere il posto (ne parleremo in dettaglio in futuro) e, quando Daphne aveva circa 8 mesi, abbiamo iniziato un graduale inserimento che è durato alcune settimane, non tanto per la difficoltà della cosa in sé, quanto per problemi di salute delle educatrici e della bimba.

All'inizio hanno richiesto un ciuccio e un biberon: il primo per calmarla, perché temevano di non avere altro modo; il secondo per darle da bere. Io le ho avvertite che la bambina non era abituata a nessuno dei due oggetti, ma li ho portati lo stesso. Tempo due giorni me li hanno restituiti poiché del ciuccio non aveva alcun bisogno e dalla tettarella non voleva assolutamente bere, mentre beveva benissimo senza (è abituata a bere nel bicchiere normale fin da inizio svezzamento).

Quasi subito abbiamo notato che a Daphne piace molto andare all'asilo: le vogliono tutti molto bene, si gioca, non ci si annoia, si canta, si balla...

Si è addirittura sparsa la leggenda, fra educatrici e genitori di altri bambini, che lei non pianga mai, se non per reali motivi. Ed in effetti è vero: tutte le mattine, quando arriviamo, mi saluta a malapena e si butta subito nella lettura o nell'esplorazione di qualcosa di nuovo. Quando vado a prenderla, invece, spesso scuote la testa in segno di disapprovazione: bello che tu sia qui, mamma, ma io ho di meglio da fare, ciao.

Cosa ci ha aiutato così tanto nella difficile fase dell'inserimento e ci aiuta tuttora ogni giorno?

Penso che la semplice risposta sia: tante coccole! Ogni mattina, infatti, la accompagnamo portandola in fascia o in marsupio, cantando e dandoci una marea di baci. Arrivati, lei scende e se ne va dai suoi compagni o dalle maestre, senza problemi.

Questo è come lo vive lei, ma io?

Per me non è tutti i giorni facile. Ho sempre il pensiero fisso su "cosa starà facendo?", "Cosa starà imparando in mia assenza?", non vedo l'ora di riabbracciarla e rivedere i suoi occhioni e il suo meraviglioso sorriso che mi fa capire che va tutto bene e che lei è felice.
E a me basta.

Questa è stata la nostra piccola esperienza. Come è stato il vostro inserimento al nido? Raccontatecelo nei commenti!

(Eleonora)

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