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Danza medievale... in fascia!



Il viaggio era cominciato assai prima dell'alba, dalla stazione di ferrovia locale non lontana da casa nostra: eravamo riusciti a mettere Daphne nel marsupio senza che si svegliasse eccessivamente e avevamo coperto la decina di minuti a piedi con valigia, bimba nel marsupio e ovetto... che portato a mano non è che sia la cosa più comoda del mondo.
Stavamo andando a Vechta, cittadina della Bassa Sassonia dove era previsto un fine settimana di workshop medievali, con tanto di cena in costume. Noi eravamo iscritti al workshop di danze.


In partenza per Vechta!


“Anche questo fine settimana andremo a Vechta, ma stavolta niente macchina: un'ora di tragitto con una bambina di nove mesi che piange perché odia essere trasportata nel seggiolino sono duri a gestirsi”
“Ma sul posto avrete comunque bisogno di mettere Daphne in macchina, visto che dovrete spostarvi fra palestra e museo”
“Ci daranno un passaggio altri partecipanti nostri amici, basterà solo portarsi dietro l'ovetto"

Il viaggio in treno era filato liscio e così, in una gelida alba rosseggiante, eravamo giunti a Vechta giusto in tempo per indossare gli abiti medievali e presentarci alla colazione, servita al primo piano del museo storico: come al solito, Daphne aveva gradito moltissimo il pane, il formaggio e la banana fatta a pezzetti... avrebbe voluto allungare le mani verso la tazza del caffè, ma le era stato impedito.


Claudio e Daphne all'interno del museo di Vechta.

La fascia si intonava perfettamente con gli abiti medievali, il marsupio un po' meno, ma pazienza; occorre però aggiungere a nostra discolpa che l'attività si teneva in una moderna palestra, cosa che ha reso le nostre foto meno scenografiche.
Per tutto il fine settimana, Daphne si è divertita moltissimo a prendere parte alle danze sulla schiena della mamma o del papà, ridendo e incitandoci o, in altri momenti, semplicemente pisolando.


Eleonora danza con Daphne
sulla schiena.

Le figure delle controdanze sono comode e ariose, spesso pensate per far ruotare ampi abiti: angoli, fontane, mezzi otto, sino ai più stretti dos-à-dos o gipsy consentono ad un neonato portato di divertirsi, perché c'è la musica, sta condividendo un'attività coi genitori e si sente parte di un tutto in movimento, ma allo stesso tempo la fascia o il marsupio generano in lui una sensazione di protezione. Anche per Daphne è stato così: la bambina ha provato molto gusto a muoversi con gli altri, godendo dei fluidi movimenti intorno a lei, che aveva modo di osservare dalla giusta altezza, ma allo stesso tempo addormentandosi con placida tranquillità quando si sentiva troppo stanca.
Gli altri partecipanti al corso erano molto divertiti per la presenza di questi occhioni che li andavano fissando con intensità ad ogni rotazione, cambio di posto o figura intrecciata e la promessa è quella di incontrarci nuovamente al prossimo workshop.

Non era la prima volta che Daphne prendeva parte come bambina portata ad un workshop medievale: già a marzo scorso, quando aveva appena un mese, si era alternata fra la fascia di Claudio, che lavorava il cuoio, ed il seno di Elenora, che invece andava intrecciando canestri di vimini.


Claudio in una pausa,
con Daphne sulla schiena.

Avere bambini piccolissimi non impedisce dunque di dedicarsi ad attività impegnative come un fine settimana di laboratori di antichi mestieri o di danze; la scelta del portare facilita moltissimo il partecipare a questi eventi in quanto le mani sono libere ed il bambino si sente protetto, con la conseguente serenità che ne deriva.

Ritorno,
Daphne addormentata.
Con cadenza bisettimanale, prendiamo infatti parte ad un gruppo di danza medievale e rinascimentale qui a Brema e Daphne viene sempre con noi, alle volte portata sulla schiena, altre cuore a cuore, regalando così sorrisi ad amici e sconosciuti.

(Claudio)

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