Da mamma ipovedente in attesa, una delle prime domande che mi sono fatta è stato come portare il mio bambino. Passeggino? O esiste qualcosa di alternativo?
Come avevamo già accennato qui, avevamo già da tempo in background una parola, un concetto: babywearing.
Secondo Babywearing Italia, il babywearing è l'arte di portare i piccoli con fasce o supporti. Questa pratica, che unisce tradizione e modernità, è stata riscoperta di recente nel mondo occidentale, in seguito a studi che ne hanno messo in luce i benefici per mamma e bambino. Non è un'arte innata, ma si può apprendere, proprio come "si impara ad allacciarsi le scarpe", e può essere praticata fin dalle prime ore di vita del bambino (se mamma e bambino sono in condizione di farlo) e proseguire fintanto che entrambi lo desiderano.
Il babywearing porta numerosi vantaggi, alcuni dei quali riportati in questa lettera del pediatra Costantino Panza al direttore di UPPA. Egli confronta l'accudimento dei bambini nel mondo occidentale e in società che praticano tradizionalmente babywearing, focalizzandosi su tre aspetti: la presenza di coliche e pianti disperati nel lattante; lo sviluppo motorio del bambino; le eventuali deformazioni scheletriche.
In seguito a questo confronto, Panza giunge alla conclusione che i bambini portati a lungo durante il giorno piangono meno nelle ore serali; inoltre essi non subiscono ritardi nello sviluppo, anzi, la sincronizzazione con i movimenti del portatore li aiuta a maturare il proprio senso di equilibrio e migliorare i movimenti; non esistono poi studi che evidenzino danni alla schiena, si minimizzano i danni alle anche se le gambe non vengono fasciate strette. Inoltre i bambini che giacciono a lungo distesi potrebbero presentare un appiattimento della scatola cranica, che non è presente nei bambini portati. Nella lettera viene infine evidenziato quanto questa pratica metta in relazione le persone, portandole ad una maggiore cooperazione.
Alla luce di queste e di molte altre letture possiamo affermare che:
- Il babywearing aiuta portato e portatore nella costruzione della loro relazione;
- È una tecnica acquisita, quindi è bene farsi aiutare da una consulente nell'apprendimento e non improvvisarsi da soli;
- È un valido alleato per i genitori non vedenti e ipovedenti.
Incuriositi da tutto ciò, ma anche da altre fonti che riportavano ulteriori vantaggi, ci siamo rivolti a una consulente per trovare il modo più adatto a noi per approcciarci a questa nuova realtà. Curiosi? Non esitate a cercare una fascioteca nelle vostre vicinanze!
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